Riconoscere una notizia “bufala”
L’utilizo dei social network come Facebook è frequente durante l’arco di una giornata.
Grazie ai dispositivi mobili come smartphones e tablets, i social non sono solo un mezzo di contatto con le persone che conosciamo o di condivisione di musica, immagini e videoclip ma anche un potente mezzo di informazione.
Le più importanti testate giornalistiche consapevoli di ciò hanno creato il loro “presidio social” per migliorare il servizio di informazione al pubblico.
Con i social network la divulgazione di notizie, può contare sul contributo da parte delle persone non direttamente coinvolte in un servizio di informazione,
specialmente quando si tratta di una notizia dal tono sensazionale, diventiamo tutti divulgatori con un click.
Ma proprio la notizia sensazionale, può rivelarsi falsa, ovvero una “bufala”.
Già perchè le notizie che fanno leva sulle paure diffuse, sul senso di rabbia che possono generare,
si rivelano in gran parte dei falsi costruiti ad arte che hanno l’unico scopo di generare condivisione e PROFITTO ECONOMICO.
Alla domanda come facciano notizie false a generare profitto c’è una risposta facile: con le inserzioni pubblicitarie (banners e altro...) pubblicate sui siti di bufale,
infatti se c’è una cosa che interessa un inserzionista pubblicitario è la visibilità e questo genere di siti ne offre molta grazie alle “news sensazionali” che pubblicano;
un vero e proprio mercato pubblicitario costruito attorno al NULLA.
- l’immagine di una notizia falsa spesso non presenta riferimenti chiari all’evento accaduto e quando tenta di farlo è il risultato di un fotoritocco grossolano, elementare, realizzato con immagini di qualità scadente (nessuno o pochi investono tempo e denaro per curare immagini di notizie false), già un primo indizio quindi ci arriva dalle immagini;
- Il titolo spesso parla di uccisioni, rapine, furti finiti drammaticamente, episodi di cronaca nera esasperati per suscitare scalpore nel lettore di turno. A volte la realtà supera la fantasia ma ci sono eventi che difficilmente possono accadere, come ad esempio IL RITORNO IN VITA DI UMBERTO ECO che in vista del referendum del 4 Dicembre 2016 promuoveva di votare SI. Negli ultimi anni le tecniche di scrittura dei contenuti falsi sono migliorate, vengono trattati anche temi di attualità “delicati” e riconoscerne l’autenticità richiede ulteriore informazione, come ad esempio il tema della salute (es. vaccini, eutanasia, ecc...) che genera spesso molta confusione e dibattiti accesi tra opinioni opposte;
- Il dominio (sito) da cui proviene la fonte è forse l’elemento più utile a smascherare una bufala. Solitamente è l’ultima informazione che troviamo nel post di una notizia condivisa, scritto in piccolo sotto il titolo (Facebook) di colore grigio chiaro, è un dettaglio che spesso passa inosservato: qui possiamo leggere siti come www.losapevi.info, www.ultimenewsdalmondo.org, ed altro: verificate sempre l’attendibilità del dominio con una ricerca veloce su Google. Ci sono casi in cui testate come Il Fatto quotidiano (www.ilfattoquotidiano.it) vengono palesemente IMITATE da falsi che presentano domini simili all’originale come ilfattoquotidaino.it; ovviamente puntano sulla lettura distratta del pubblico per spacciarsi come siti attendibili (non c’è limite all’ingegno umano).
- Una ricerca veloce su Google può smascherare subito una notizia. Basta digitare il titolo della notizia seguito da “bufala” se si tratta di una notizia italiana o “fake” se si tratta di una notizia estera; grazie al contributo di numerosi attivisti “cacciatori di bufale” della rete, non sarà difficile verificare su qualche blog oppure in qualche sito attendibile l’autenticità di una notizia.
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